Pnrr e scuola: nuovi nidi a rischio fra ritardi burocratici e educatori introvabili

di Francesco Corti*

E’ il più significativo intervento mai fatto per nidi e asili : 4,6 miliardi per 264.480 nuovi posti. Ma un progetto su 5 non è ancora approvato in via definitiva e i 42 mila nuovi educatori previsti in molte aree sono introvabili

Pnrr e scuola: nuovi nidi a rischio fra ritardi burocratici e educatori introvabili

* Research Fellow presso il Centre for European Policy Studies e Consigliere del Ministro degli Affari Sociali e Salute del Belgio

264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia entro la fine del 2025: questo l’impegno dell’Italia con la Commissione Europea per ricevere un finanziamento di 3 miliardi di euro, che si aggiungono a 1,6 miliardi per i progetti in essere. Di questi, 900 milioni sono destinati alla copertura delle spese correnti derivanti dalla gestione delle nuove strutture, ovvero all’assunzione di circa 42 mila nuovi educatori. L’intervento rappresenta il più significativo nella storia del nostro paese per quanto riguarda i servizi per l’infanzia (0-3), cui è assegnato il 70% circa delle risorse (2,7 miliardi, di cui 2,4 coperti dal Pnrr). L’obiettivo è raggiungere in ciascun comune o bacino territoriale un numero garantito di posti (pubblici e privati) a tempo pieno pari al 33% della popolazione compresa tra i 3 e i 36 mesi, raggiungendo in questo modo il Livello Essenziale di Prestazione Sociale (Leps) fissato con la legge di bilancio 234/2021.

Nonostante le ingenti risorse e gli ambiziosi obiettivi, parte delle debolezze strutturali che caratterizzano il sistema di offerta dei nidi in Italia rischiano di rimanere irrisolte. Il sistema di allocazione delle risorse del Pnrr ha mostrato diverse criticità. Una prima cifra di queste criticità era emersa già nella prima metà del 2022, con la decisione di riaprire per ben tre volte l’avviso di bando per consentire una maggiore adesione degli Enti territoriali. Nonostante questi interventi, la classifica dei progetti da finanziare, approvata in ritardo di sei mesi, mostra che molti comuni con offerta assente o marginale non hanno partecipato ai bandi o hanno privilegiato concentrarsi – soprattutto al Sud - sulle scuole dell’infanzia piuttosto che sui nidi. La combinazione di ritardi negli avvisi pubblici e mancata presentazione di domande da parte degli Enti Territoriali meno coperti pone due problemi. Il primo riguarda il rischio di non aggiudicare i contratti di lavoro per realizzazione opere entro giugno 2023, scadenza concordata con la Commissione Europea e condizione per il disborso dei fondi. Ad oggi il 22,1% dei fondi finanziati sono stati assegnati con riserva per cui serve ancora un’istruttoria del Ministero dell’Istruzione per accertare il possesso dei requisiti minimi di ammissibilità. Nonostante le procedure semplificate introdotte nel codice degli appalti, questo potrebbe comportare un ulteriore allungamento dei tempi– già stretti – per l’affidamento dei progetti.

Il secondo problema riguarda la possibilità di raggiungere i Leps. Sebbene l’obiettivo fissato con la Commissione non definisca la distribuzione territoriale dei nuovi posti creati, né la divisione tra servizi e scuole dell’infanzia, l’Italia si è impegnata a garantire la soglia di copertura del servizio del 33%. Se l’intervento del Pnrr sembra lontano dal garantire questo obiettivo con soli posti pubblici (opzione desiderabile), il target non viene raggiunto neanche considerando i posti privati, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, Campania e Sicilia in testa. A questi problemi si aggiunge quello degli educatori. Già in questo momento molti Comuni e organizzazioni del Terzo settore segnalano che hanno difficoltà a reperire un numero sufficiente di educatori. Il problema è duplice: mancanza di personale qualificato e condizioni di lavoro non attraenti e non omogenee nel nostro Paese. A fronte di queste criticità, un intervento immediato risulta quanto mai necessario.

(Francesco Corti, Christian Morabito, Tomas Ruiz e Patrizia Luongo hanno elaborato e scritto il policy study The role of the Recovery and Resilience Facility in strengthening childcare policies, commissionato dalla Foundation for European Progressive Studies (FEPS), nell’ambito del progetto Recovery Watch di cui fa parte anche il Forum Disuguaglianze e Diversità).

15 dicembre 2022 (modifica il 30 gennaio 2023 | 10:15)